Una
tradizione in evoluzione
di Michele Botton
“Prendete la vita con leggerezza,
che leggerezza non è superficialità,
ma planare sulle cose dall'alto,
non avere macigni sul cuore.”
[I. Calvino]
“Magari.”
[io]
Con passo strascicato e aria svogliata Roberto se ne stava tornando da scuola. A testa bassa e ciondolante si chiedeva a cosa servisse andarci, proprio non lo capiva. Grazie a tutta la tecnologia a disposizione nella seconda metà del ventunesimo secolo, non si poteva tranquillamente studiare a casa, senza dover passare le mattinate assieme ad altra gente in classi puzzolenti? Gli pareva di ricordare che avessero fatto dei tentativi di abolirle, però i bambini dovevano essere andati via di testa per colpa dell'isolamento casalingo, o qualcosa di simile. Oppure, come diceva nonna Giulia, era una banale scusa per rubare soldi ai contribuenti e pagare insegnanti inadeguati. Roberto scrollò le spalle a mo' di scacciare quei pensieri da grande.
“Ciao Roby,” lo accolse la madre sulla porta di
casa, “com'è andata a scuola?”
“Bene, bene.” Rispose distratto, ma avete mai dato o
ricevuto una risposta diversa a questa domanda?
“Il pranzo è in tavola.” E gli scoccò un bacio
rumoroso e un'arruffata ai capelli di color tra l'ocra e lo
zafferano.
Lui si strofinò energico la guancia paffuta, giusto per
togliersi l'onta all'onore causata dall'affetto materno. “Dai, ho
undici anni, devi smetterla di fare così.”
“Che sciocchino! Cosa vuoi di più se non i baci di
una mamma giovane e bella come me.” E sghignazzò soddisfatta
mentre il figlio alla parola giovane
la guardò in malo modo. Del resto agli occhi di un ragazzino una
mamma poco più che trentenne appare come una mummia appena uscita
dalla tomba. Giusto il tempo di lisciare per bene il pelo al labrador
color nocciola che gli faceva le feste in soggiorno e dritto a
rifocillarsi.
“Devo fare una ricerca per scuola.”
“E...?” Gli fece eco la madre, sapendo che la scuola
non veniva mai nominata invano, anzi, sapeva che il pargolo avrebbe
preferito mangiare le odiate carote piuttosto che chiamare in causa
quel brutto luogo.
“Il prof ha detto niente
ricerche su internet, chiedete ai genitori,”
articolò scimmiottando la voce pomposa dell'insegnante, “dobbiamo
farci spiegare come si sono evolute in Italia le unioni civili, i
matrimoni gay e cose del genere dal 2017 a oggi. Sai che noia!”
La madre batté le mani ilare. “Ma è un argomento
interessantissimo! E poi finalmente posso insegnare storia moderna
anche a te oltre che ai miei studenti!”
“Ehi mamma, vacci piano, non sono mica all'università
come loro io.”
Tuttavia ormai si era già infervorata, la pietra aveva
iniziato a rotolare su un terreno in discesa, fermarla non sarebbe
stata impresa da poco.
“Sai che una volta le coppie erano solo uomo-donna? Le
coppie gay erano mal viste e poco tollerate.”
“Sì,” annuì lui, “assurdo!”
“Assurdo e triste.” Rincarò la dose.
“Eppure faccio fatica a immaginarmi un mondo così.
Adesso è ben diverso: nella mia classe c'è solo Luigino che ha
genitori etero.”
“Quello cicciottello che dorme sempre e ha voti
pessimi?”
“Proprio lui, mi sa che è un po' disagiato per colpa
dei genitori...”
“Non devi prenderlo in giro o escluderlo. Diverso, o
parte di una minoranza, non vuol dire male, bisogna essere
comprensivi, sennò gli errori del passato finiscono per essere
ripetuti.” Lo ammonì.
“Lo so, ma credo sia lui stesso che si autoesclude da
tante cose, ci guarda come se avessimo qualcosa che non va. Abita a
Pratofungo, ho sentito delle storie su quel posto, tu sai cos'è?”
“Oh bambino mio, certo che lo so, è quel ghetto in
cui si sono radunate tutte le famiglie eterosessuali della città,
tutti quegli estremisti tradizionalisti e retrogradi. Allora mi sa
sia meglio davvero che tu gli stia alla larga. Non si può aiutare a
integrarsi chi non accetta la società in cui vive ed è legato a
tradizioni obsolete. Sarà per quello che non va bene nello studio,
poco elastici tra le mura di casa, poco elastici fuori.”
Il bimbo alzò gli occhi al cielo, ecco la tanto temuta
manfrina propagandistica.
“In ogni caso Roby tornando alla tua ricerca, qui in
Italia, almeno secondo gli studiosi la presa di coscienza e il
desiderio che vincesse l'amore,
com'era lo slogan a quei tempi, iniziò su Facebook.”
“Facebook è il vecchio nome di FaceTv vero?” Chiese
lui.
“Esatto! Al tempo Facebook lanciò l'iniziativa di
cambiare la propria foto profilo con un arcobaleno per sostenere le
unioni e i diritti delle coppie dello stesso sesso. Sembra assurdo,
ma più che dibattiti e buonsenso fu quello a sensibilizzare la
gente. In realtà, siccome eravamo nel periodo storico, seconda
decade del ventunesimo secolo,” puntualizzò, “dove era
fondamentale apparire, si crede che più che una presa di coscienza
sia stata una moda.”
“Una moda?” La interruppe il figlio, “come quelle
dei vestiti?”
“Più o meno. C'era un buonismo dilagante, era figo
essere comprensivi e condiscendenti nei riguardi delle minoranze.
Pensa che al tempo i più cool
difendevano pure i terroristi, dicendo che andavano comprese le loro
ragioni.”
“Stai scherzando?” Roberto strabuzzò gli occhi
allibito.
“Macché! In ogni caso questo ambiente sociale favorì
una corrente di pensiero e politica che venne definita poi la
maggioranza della minoranza.
In pratica a livello legale negli anni successivi al 2017, ed è una
cosa che non era mai accaduta prima nella storia e negli altri paesi,
la maggioranza politica e sociale conferì più diritti e si impegnò
a tutelare in maniera eclatante determinate minoranze. Al tempo erano
quella gay e quella degli immigrati le più importanti, il tutto a
discapito della maggioranza eterosessuale e autoctona del
territorio.”
“Ma com'è possibile che una maggioranza favorisca una
minoranza, a proprio svantaggio?”
“Roby, non sei tanto bravo in storia eh?” Lo canzonò
la madre, “è sempre successo così fin dall'antichità. Pensa che
una volta, e ancor oggi a dire il vero, comandavano i ricchi, ovvero
una minoranza, sui poveri, che erano la maggioranza. Altre volte
dettavano legge i capi religiosi sui fedeli e anche lì i numeri sono
sempre stati agli antipodi. Una minoranza coesa tira le fila di una
maggioranza disorganizzata. Forse non è un esempio proprio calzante,
ma scuola un insegnate vi fa fare quello che vuole, e lui è uno e
voi più di venti.”
Il ragazzo era silenzioso con la fronte aggrottata, un
turbine di concetti ai quali non aveva mai pensato gli frullava per
la testa.
“In ogni caso, questa situazione portò ai matrimoni
gay, alla tutela delle famiglie omosessuali, alle adozioni da parte
di genitori dello stesso sesso e compagnia bella. La libertà di
poter seguire il proprio istinto e i propri desideri è stata una
conquista grandiosa.”
Il figlio fece sì con la testa.
“Pensa a che vittoria sia stata per l'amore in
generale. Permettere alle persone di amare chi vogliono e conferire
al loro amore i diritti indipendentemente dalla strada intrapresa è
fantastico. Sulla base di questo poi i gusti delle persone hanno
avuto libero sfogo. Richieste sempre più strampalate e concessioni
sempre più audaci. Tipo i matrimoni a tre, anche se hanno ancora
pochi proseliti. Spesso si fatica ad andare d'accordo in due,
figuriamoci in tre.”
“Ah è vero! Sofia ha due mamme e un papà, e dice che
lui si prende sempre un sacco di parole da loro due!”
Lei si lasciò andare a un sorriso accomodante. “I
matrimoni con animali almeno sono più semplici, amore
incondizionato.”
“Luca ha come genitori una mamma e un gatto! I gatti
sono così menefreghisti, non dev'essere proprio il massimo.”
“La gente è strana Roby, e ha tendenze ancor più
strane, ma chi lo sa che la stranezza di oggi non sia la normalità
di domani. In questi giorni discutono in parlamento la legge per i
matrimoni a quattro e i matrimoni con gli oggetti. La zia Rosa
attende con ansia di sposarsi col suo anello di diamanti. E' fuori di
testa.”
“La zia è una stramba, mi pare impossibile che sia
tua sorella.” Sbottò lui.
“Che vuoi farci, mica sappiamo cosa ci riserva il
futuro. Guarda le nonne Giulia e Lucia, le mie mamme, quando si
misero assieme nel 2014 tanti le guardavano male, ma nel 2017 quando
furono tra le prime a sposarsi tra lesbiche in Italia e l'anno dopo,
in cui nacqui io, tutti erano finiti per ammirarle come donne da
prendere a esempio, coraggiose e all'avanguardia. Oggi non esiste più
tale problematica, una coppia come loro è la normalità.”
Roberto si dondolava sulla sedia, sarebbe potuto andare
dalle nonne a far qualche domanda per la sua ricerca, dovevano
saperla lunga dato che erano quasi giovani in quell'epoca di grandi
cambiamenti. Le persone erano davvero difficili da comprendere con i
loro gusti strampalati. Con la sua testa da bambino corse al ricordo
del suo film d'animazione preferito e vecchissimo, Il
libro della giungla, dove Mowgli veniva
cresciuto da dei lupi e come amici aveva un orso e una pantera, ma
poi seguiva la sua natura e nel finale li abbandonava per una ragazza
umana. Si chiedeva: Mowgli era cresciuto amato, forte e coraggioso,
ma alla fin fine non avrebbe desiderato avere solo un papà e una
mamma?
“Sei pensieroso?” Domandò la madre.
“Beh si è evoluto molto il concetto di famiglia negli
ultimi decenni,” tagliò corto lui mentre picchiettava le dita sul
tavolo, “forse potrei andare dalle nonne a chiedere loro di quando
si poteva essere solo una coppia uomo-donna.”
“Ottima idea, prima però porta Filippo a fare una
passeggiata e i suoi bisogni.”
A sentire il proprio nome il labrador (sì, andavano di
moda nomi umani per gli animali in quegli anni lì) corse dalla donna
mettendole giocoso le zampe in grembo.
Lei lo accarezzò. “Vai col piccolo Roby che ti porta
fuori.”
Il bimbo si alzò e aprendo la porta di casa lo chiamò:
“Dai papà vieni .”
Il cane scodinzolò felice correndogli incontro.