FUORI CONCORSO: "Tarken" di Zeno Menegazzi


Tarken, di Zeno Menegazzi

Mi svegliai di soprassalto per un improvviso rumore e lo sguardo mi cadde subito sull’orologio olografico che ad intermittenza proiettava ora e data stellare sul muro metallico ammuffito della stanza. Voltandomi vidi il mio stupendo Tarken ancora addormentato profondamente, con il viso che emanava una strana luce di serenità.
Tarken è il mio uomo, un giovane Aliciano, che conobbi alcuni anni fa durante una battuta di caccia sul suo pianeta natale, Alice 7*. Definirlo “uomo”, cioè di razza umana, per molti terrestri “puri” come me, sarebbe una parola forte, quasi una bestemmia, perché la razza a cui Tarken appartiene, è il risultato straordinario della fusione fra gli alieni nativi originari di Alice 7 e i primi minatori-colonizzatori terrestri, che le compagnie commerciali interplanetarie inviarono su oltre settecento sistemi allora sconosciuti.
Dopo quasi un secolo di guerre, alla fine del 24° secolo, le due razze si mescolarono e ne nacque l’attuale popolazione residente di Alice 7. Una razza forte, potente e longeva, con le migliori caratteristiche degli antichi umani-mammiferi , e quelle degli ancora più antichi aliciani-rettili.
Quello che mi colpì, che mi stregò di lui la prima volta che lo vidi, furono soprattutto gli occhi; grandi e di un rosso scarlatto intenso e brillante. Il bianco sorriso e la barbetta viola scuro fecero il resto.

Fui inviato su Alice 7 come esploratore militare in forza ai Marines del NCI (Nono Contingente Intergalattico), truppe scelte d’attacco mandate dal governo centrale dei sistemi uniti, per arginare la dilagante rivolta in atto già da diversi mesi su molti sistemi planetari periferici.
La mia missione, assieme all’aiuto di altri due sergenti, era quella di infiltrarmi nelle tribù di cacciatori e pastori aliciani che vivevano nel grande deserto centrale, luogo dove gli alti vertici delle forze armate intergalattiche ritenevano si nascondessero i leader della rivolta. Non era facile per me e i miei commilitoni svolgere il nostro compito, l’ostilità e la diffidenza degli aliciani nei nostri confronti era palpabile, dietro ogni abitante, sia stato esso adulto, anziano, giovane, donna o bambino, poteva nascondersi un potenziale nemico, qualcuno che avrebbe potuto ucciderci nel sonno o avvelenarci.
Tutto ciò era comprensibile; gli errori strategici che negli ultimi mesi i militari avevano compiuto con relative stragi di civili erano stati innumerevoli, Cyborg H20 da battaglia, droni F20 e ogni nuovo tipo di arma veniva periodicamente sperimentato sugli abitanti di dei tre mondi abitati del sistema Alice.

Ci vollero più di 10 giorni di viaggio massacrante a dorso di Bantho*, per raggiungere uno sperduto villaggio di cacciatori sulle montagne rosse nel bel mezzo del soffocante ed arido deserto centrale, luogo dove da anni non cadeva una goccia d’acqua e dove le tempeste di zolfo potevano colpirci da un momento all’altro, riducendoci in polvere nera. Nonostante i pericoli ed un estremo disagio, ricorderò per tutta la mia terrena esistenza quel tragitto che mi portò a vedere per la prima volta l’amore della mia vita. Attraversai paesaggi selvaggi e mozzafiato, attraverso pianure di corallo polverizzato, sicuramente ciò che rimaneva degli antichi mari di Alice 7, dirupi granitici vertiginosi e costruzioni in rovina di estinte civiltà, coloratissime tempeste magnetiche ed animali terricoli mai visti.
Quando arrivammo al villaggio dei cacciatori Schardean*, arroccato su una parete rocciosa, a ridosso di quello che probabilmente fu un antico monastero, fummo subito portati nella dimora del capo tribù per presentare le nostre credenziali di esploratori militari ed illustrare la nostra missione. Gilean, il signore degli Schardean era un uomo alto, come in genere tutti quelli della sua stirpe, dalla apparente età di circa 170 anni, con molte ed evidenti ferite di caccia ed innumerevoli tatuaggi rituali. Il colloquio durò diverse ore, durante il quale si discusse di politica interplanetaria, dei problemi concreti degli aliciani, una discussione a momenti estenuante e tesa, durante la quale, Gilean tentò invano di farci credere che il suo popolo non aveva nulla a che fare con la rivolta. Noi, per non incancrenire la situazione e visto che eravamo “suoi ospiti” forzati a centinaia di km da qualsiasi presidio militare o centro civilizzato, facemmo buon viso a cattivo gioco, facendogli credere che eravamo convinti di quanto egli affermava.
Con questo rasserenato clima, Gilean chiamò uno dei suoi luogotenenti e gli disse di organizzare una festa di benvenuto per noi la sera stessa. Le feste delle tribù desertiche Aliciane, come gli Schardean, duravano tutta la notte; c’è da dire che le notti su Alice 7, cioè di buio pesto, erano di sole quattro ore. Il pianeta infatti era illuminato da un sistema binario di nane bianche*, ovvero due stelle della stessa classe del sole della Terra. Quando tramontava Olphos* c’erano quattro ore di buio, non del tutto profondo; una specie di nostra alba o tramonto. Poi sorgeva Rolos*, l’altro sole molto più luminoso e caldo, anche perché più vicino e poi altre quattro ore di buio, questa volta più intenso per rivedere di nuovo Olphos*…e così via. Questo era il ritmo di sempre sul pianeta, con stagioni di 24 mesi, piogge intense solo un mese l’anno e una temperatura che non scendeva mai sotto i 35°.
La sera arrivò, Rolos* era tramontato da circa dieci minuti e nel grande piazzale del villaggio iniziava ad arrivare la gente abbigliata per l’occasione con splendidi costumi tradizionali. La musica e le danze erano iniziate davanti a grandi falò alimentati da una specie di carbone rossastro, presente in abbondanza nella zona. L’atmosfera era piacevole e gioiosa, e fu in quel momento che la mia vita cambiò per sempre. Gilean si avvicinò a noi in bellissimi e sontuosi abiti cerimoniali e salutandoci pubblicamente davanti ai suoi luogotenenti e dignitari, volle presentarci suo figlio Tarken.

Ricordo che rimasi folgorato e ammutolito dalla bellezza raggiante di quel giovane Schardean, Tarken ci salutò con un inchino reverenziale pronunciando solo “Benvenuti amici”. Tarken era alto all’incirca un metro e settantacinque, e al momento del nostro incontro portava il costume cerimoniale da cacciatore, con solamente un gonnellino in pelle di Bantho*, decorato con sgargianti colori fluorescenti e amuleti di ogni tipo; sul lato destro della cintura in metallo, c’era infilato il pugnale sacro da caccia, che ogni giovane Schardean riceveva al momento del passaggio nell’adolescenza, all’incirca intorno ai trent’anni. La sua pelle era di un blu cobalto intenso, con riflessi argentati, mentre i capelli viola scuro come la barbetta erano raccolti in treccine che cadevano sulle spalle larghe tatuate. La muscolatura possente e ben definita sembrava addirittura scolpita.
Da quel momento non riuscii più a staccare gli occhi da quell’essere fantastico, ero già perdutamente innamorato e allo stesso tempo spaventato. Anche a Tarken successe la stessa cosa nei miei confronti, ed in seguito questo me lo disse. Oggi ho 45 anni terrestri (un aliciano alla mia età sarebbe poco più che un bambino) e ancora mi ritengono un bell’uomo, ma allora ne avevo 34 ed ero al meglio della mia forma fisica. Avevo da poco finito l’addestramento militare, con tante ore di combattimento simulato, ginnastica, nuoto e palestra, i giorni di viaggio nel deserto poi, mi avevano lasciato un’affascinante abbronzatura, che mi rendevano il volto ed il fisico ancora più bello. Cosa che aveva notato anche uno dei miei commilitoni, al quale avevo la sensazione di piacere.
Io e Tarken restammo vicini tutta la festa, sdraiati su ampi cuscini e chiacchierando di tutto il possibile come ci fossimo sempre conosciuti, poi… ad un certo punto, lui mi mise una mano sulle labbra, zittendomi; si alzò in piedi e annunciò a tutti di voler fare la “danza dei due soli”.
La “danza dei due soli” era un’antichissima danza che rappresentava la vita attraverso il moto cosmico di Rolos ed Olphos, che quasi sempre veniva dedicata alla persona amata o con la quale si voleva trascorrere il resto della propria vita. Alla fine della danza si doveva raccogliere una conchiglia e lanciarla fra le mani della persona desiderata. Tarken eseguì una stupefacente e sensuale danza, fra acrobazie, piroette e movimenti erotici del corpo, tutto nella suggestiva luce di Olphos che stava risorgendo. Alla fine della sua esibizione, raccolse una conchiglia bianca e la lanciò fra le mie mani. Quel gesto lasciò tutti i presenti di sasso, compreso il sottoscritto che non se lo aspettava.
L’omosessualità è da sempre accettata nella cultura delle popolazioni aliciane; grandi condottieri del passato e anche grandi regine furono dichiaratamente gay o lesbiche, che vivevano e combattevano al fianco dei propri amanti. Questo non era un problema.
Quello che suscitò stupore ed imbarazzo fra gli schardean alla festa, fu il fatto che questa palese dichiarazione d’amore sia stata rivolta verso un alieno, uno che era considerato un potenziale nemico, oltre che una persona che Tarken aveva conosciuto solo da poche ore.
Mi ricordo che in preda all’imbarazzo mi ritirai immediatamente nei miei alloggi, terrorizzato anche nel pensare quello che sarebbe successo poi. Saremo stati cacciati? O imprigionati? Uccisi?
I miei commilitoni erano in preda al panico, e John, il sergente che a mio parere era interessato a me, mi accusò di essere stato troppo leggero nel dare amicizia a Tarken. “come hai potuto, questa gente è selvaggia” continuava a gridare…”Si comportano come bambini”, e poi “Tu dovevi immaginarlo e mantenere le distanze” e così via.

Nonostante la tensione ci addormentammo in un sonno profondo, e verso metà del giorno, fummo svegliati da un forte suono di corno; La battuta di caccia era iniziata.

Una giovane guardia personale di Gilean venne a chiamarci, per dirci che al capo avrebbe fatto piacere che noi tutti partecipassimo alla battuta, invito che non potevamo certo rifiutare, nonostante l’ansia e la preoccupazione.
Ci prepararono e ci vestirono come veri cacciatori Schardean, ci accompagnarono sul piazzale del villaggio, dove una ventina di uomini già in sella ai rispettivi Bantho ci stavano aspettando, ci fecero salire sui nostri giganteschi animali e la carovana partì inoltrandosi nel deserto. La caccia consisteva nel seguire per giorni le migrazioni dei Rodan*, grandi rettili alati, molto simili ai pteranodon del periodo giurassico sulla Terra. Una volta individuato il luogo dove i Rodan scendevano dal cielo per nidificare o mangiare, i cacciatori li accerchiavano e con varie tecniche li uccidevano o li catturavano.
Questi animali erano la principale fonte di cibo ed altre materie prime, oltre all’ottima carne commestibile, si usavano anche la pelle, i tendini, le ossa e anche le interiora per farne oggetti ed utensili. Gli animali adulti e più forti venivano anche catturati per addestrarli e farli diventare dei mezzi alati da cavalcare o trasportare in volo le merci.
Durante il viaggio, Gilean mi si affiancò e mi disse che non era assolutamente d’accordo con la scelta del figlio, ma che purtroppo per tradizione non poteva farci niente. La danza dei “due soli” era sacra e per questo anche la scelta amorosa che il danzatore fa, non va messa in discussione. Perciò si raccomandò di cuore di trattare bene il figlio, di amarlo e di rispettarlo, perché da quel momento in poi sarebbe stato mio. Io non riuscivo a credere a quello che stavo sentendo, ma allo stesso tempo ero felice come non lo ero mai stato nella mia vita fino a quel momento. Giurai a Gilean che mi sarei curato del figlio, nonostante non lo conoscessi ancora del tutto bene e che di quell’esperienza ero ancora incredulo.
Nei giorni successivi, durante la battuta di caccia, io e Tarken ci conoscemmo in modo approfondito, in tutti i sensi. Fare l’amore con lui, sentendo fra le mani le vibrazioni del suo splendido corpo, era ogni volta una cosa paradisiaca, nonostante non fosse stato il mio primo rapporto omosessuale…il periodo di addestramento nell’esercito, non è solo fatica o sudore, spesso riserva piacevoli incontri.
Nei giorni successivi, i miei due commilitoni, stremati dalle fatiche, ripartirono per tornare alla base militare, mentre io non vi feci mai più ritorno.
Decisi di vivere fra gli Schardean, come uno di loro, con il mio bellissimo giovane amore, cacciando e facendo l’amore ovunque, felice e libero.
Scoprii dopo qualche tempo che i veri leader della rivolta su Alice 7 erano proprio Tarken e suo padre Gilean, ma oramai ero uno di loro.
Con il passare degli anni però, la guerra contro la rivolta nel sistema aliciano si intensificò. Le stragi e i bombardamenti nei principali centri dei pianeti fratelli aumentarono. Ogni giorno il governo intergalattico inviava sempre e più numerosi contingenti armati delle più sofisticate armi di distruzione, e noi non eravamo più al sicuro.

Oggi sono qui, dentro una piccola e puzzolente stanza a bordo di un incrociatore da battaglia dell’AAPF (Alleanza Aliciana dei Pianeti Fratelli), così si è denominata oggi “la rivolta”, in rotta verso Alice 9, per dare aiuto ai fratelli di quel pianeta in difficoltà.
Non so cosa accadrà quando giungeremo nel mezzo della battaglia, è molto probabile che saremo annientati, vista la disparità di forze fra noi e i terrestri intergalattici. “La morte non mi fa paura”… penso, continuando a guardare il mio splendido uomo alieno, con il suo candido volto da bambino sognante, sia benedetto il giorno in cui l’ho conosciuto che mi ha reso libero e felice.


*Alice 7: Pianeta appartenente ad un sistema di 12 pianeti, di cui solo tre ospitano una vita animale e vegetale. Arido e semidesertico, ruota attorno a due soli (binario); Olphos e Rolos. Popolazione di soli 20 milioni di umanoidi, metà rettili e metà mammiferi.

*Bantho: Giganteschi rettili simili alle iguane terrestri, usati dai cacciatori come animali da trasporto di persone e cose.

*Rodan: Sono i fratelli “Alati” dei Bantho, simili ai “Pteranodon” dell’era dei dinosauri sulla Terra. Cacciati per cibo e per farne cose o utensili, ma anche come mezzi di trasporto volanti.

*Schardean: Antica tribù di cacciatori aliciani che vive nelle oasi e sulle montagne del deserto centrale. Molto longevi come età media (circa 200 anni), con la pelle di colore blu .

*Olphos e Rolos: Stelle denominate scientificamente “Nane bianche”; Astri dalle dimensioni simili al nostro sole. Olphos un po' più piccolo e distante rispetto ad Alice 7, mentre Rolos più grande con luce e calore più intensi.

Il racconto è cronologicamente immaginato nel 26° secolo, secondo la datazione terrestre.


Dedicato a “Moebius” Jean Giraud - 8 Maggio 1938 / 10 Marzo 2012
Grande fra i grandi disegnatori, illustratori e creatori della fantascienza, fra i miei migliori ispiratori.